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Show Mi verine 2 ero CoO alltorécehio, tingingarito" col che ;ne?" prese una Pages 2a aon Lora ae aiceva dime, Gl Sheet ay di che or costumil po-= o Vt > AMI Ss ti riteneva ' revinato cOmpresi perches glisborshesiy mi eon 4 wee “EZ NG 5witO,, ae Salezza questa: come e’mi-si:4 da ,cualchs. tempo, sit.guardava una "T° buond- ” coupiang eva stncéramente. volta. ¢lovarb: snecié con ocehio Avevo cadono- tanto /intéso nelle nelle si! reti triste delle delle budne Al fami enon frasi, come cattive - piu'* **« ragazze* con La- piut grande: fae tit Galt oppure:" Gioventu! tieni-gli-ocehi | aperti. (2 piaéert di: OS8l “si -pagano’ col. planto di-domani". Ma non ae avevo Mai intese: come riféritea me. Ritehevo il‘miq amore. un% ecreto- ver fates. Le solite. buone cfrasi:deLovecehi, “pensavo,; ¢..% aaa ve coloro ehe mé le aicevano con-uma grande tenérezza. Un siorno una’ delle -piut brave PagaZze. ed: pléna- di timore relizioso,uma-delle'’poche come. trase che st-OlLes comunenen te rt disse tra paese, seria e una volta,-‘e' le: altre ra°unpeccato che tH buen siovane’ edme pater arrivato tat, non metéessé 1a. tésta oS posto,e si trovasse la gerpi6 intencicAis—. Sees 2 aoe cose, che %% la & alla giusta e fidanzata,con | | | | La ragazza jicendomi questo, mi guardava fissamente con del% orange occhipieni di- passione e*mi=parve che la sua voce’ tremassey Rdmasi piustosto turbato. Si,¢lo éro allora proprio "“inzingavito" con una ‘ragazza adi montagna. Avyevo perduta la testa dei tut to. Nessuno sarebbe riuscito a trattenermi dall'andarla a trovare la sera.e Prendevo la bicicletta e gacevo- parecchi chilometri sen» za Pisentirne °o sforzo. Enpure’ doveyvo' spingere in, salita. Come e~arii che attraversavo alla mente. vo da tanti Dot il. fiuhe, 8 Tino scPitto- ed “ero stato i:filosofi délle -- sottill un m* Doesic deliziosi _ *. glovane, calmo’e attraevano’con er metiiche, che Ss ; mi dalia for- sivunto alla "rivelazione" che attende-= pér merito di uns semplice PagazZa pow allora, DPensiert inebriare Bro. fins almente anni, E questo ; poesia sentivo vallé. ane. QD cle ni seendevacdalla venivano* ym molto s' tudioso.Spe passiorie. !vewvo anche* comprendevo solo io * ed“ altri due miei anieL, anchtessi di culture; molto: raffinate. ** LYtnconibr ome lie ‘cenerale. attorno allo mia opera.non mi intimidiva, ma onzgi mi dava un'taria di suberiorita' che i miei- amici esal $3 uvano ancera piut Il. "discorso con le Lloro del metodo" Lodi. di Cartesio, 3 mi rapiva di continuo. _uante volte” lessi tuel libriccino vrezioso! Nell'apprendere la # ijimostrazione delltesistenza di Dio, difronte alla potenza logica -2l1 Pilosofo e dalla sua-suprema“abilita!' nel congegnare i pen - sieri verso il fine prestabilito,-subivi l'ineanto di un fanciul+ lo che per la prima volta apre un orologio e vede brillare al *#* Ssuol occhi misteriosi segni. Continue meditazion# mi isolavano-** dail resto degli.udmini. ~Non avevo neanché piu": Lesforza- di’ conpicnzere gad altri gio vam ene perdévano ib Lloro cae in stupnicde occupazioni, perche'* cons ideravo. che era tutto merito di. am. predestinazione. Io ero * ‘edest inato, ecco: tutto; La pepe. ies : Si DAMOL Be Va Paaay: facile,dal io eae DATtE. We e hee | quella ragazza, orodusse ‘in me une. . tenpesta, era una es “duel S ee » che incantano ayvvolte d'estate come in un so = aches to é.appena e@ non so me in ne quale accorsi. D'improvviso mi riconobbi trasforma-~ momento. La ragazza ablitaya, LPB DOMETA .Eas aed. iegno annerita dal tem po, isabata sul pencio di una collina. Ci si incontrava di sera * in un luogo prestabilito. La trovavo sempre festosa ed impaziente e@ subito ci si abbracciava. Non OMY ioe si ened’ igen potewa defirire au ¥ now Ain ghroehee A ae ~ ay7 - - co ’ agro’ ah oe sore * > eo e Fe Ase: aro ye, - » . una bella ra - |